Dopo 63 anni vissuti da cittadino, 5 anni di assessore comunale, 4 di assessore provinciale, 5 di vicepresidente provinciale e di 2 anni di Presidente di una Società Pubblica, devo confessare che mi sono sentito alcune volte come Penelope. Di giorno in giorno si pianifica, si elabora, si cercano soluzioni ai problemi di questa società complessa e si trovano a volte le soluzioni giuste.

 

Tutto inutile: l’enorme impianto burocratico del nostro Stato provvede in fretta a frapporre ostacoli, ritardi, rinvii e spesso a svuotare le decisioni politiche e a renderle inagibili oppure ad annacquarle così che tutto apparentemente cambi per continuare invece con il solito tran-tran.

 

Ora lontano dalla vita politica mi permetto di immaginare come potrebbe essere un’Italia più vivibile, più efficiente e molto meno costosa. Almeno per quel che riguarda la parte pubblica.

 

Quel che segue è per chi riesce a leggere tutto prima di fare i conti con ciò a cui è abituato. È necessario, forse, porsi un po’ nell’atteggiamento di dover inventare da capo la Repubblica Italiana.

UN’ ITALIA DEL XXI SECOLO

(del resto ci siamo già da un po’)

 

- L’Italia è una Repubblica formata da Distretti Amministrativi.

 

- I Distretti sono di due tipi: Distretto metropolitano (DM 10 le città superiori a 300.000 ab.) o Distretto di territorio (DT circa 200) (scompaiono REGIONI,Regioni Autonome, PROVINCE, Province Autonome, COMUNI, COMUNITÀ MONTANE, PREFETTURE)

 

- Il Distretto è un’unità territoriale ed amministrativa con un minimo di  300.000 abitanti o di 1500 Kmq. di superficie. (L’Italia e 302.000 Kmq e ha circa 59 milioni di abitanti)

 

Ogni distretto ha un Consiglio di Distretto e un Presidente del Distretto che ha anche funzioni di rappresentante locale del governo centrale (con funzioni anche di prefetto ecc)

 

Il Distretto ha competenza su tutto quanto riguarda l’Amministrazione del territorio(DT) o della Città (DM). Dalla pianificazione alla gestione.

Fornisce tutti i Servizi della Pubblica Amministrazione (anche Ufficio del Registro, e delle Entrate). Raccoglie tasse e Imposte e ne destina il 12,5% (+ o -) del totale allo Stato Centrale. Emana norme secondo le direttive impartite dallo Stato Centrale.

Può istituire tasse di scopo con limite temporale definito. Su tali tasse non viene calcolato quanto dovuto allo Stato. (Se i cittadini sono d’accordo di fare una strada, o un nuovo acquedotto, e le finanze pubbliche non lo permettono)

 

Ogni Distretto Territoriale elegge un Membro del Parlamento centrale (MP che diventano circa 200-250 in tutto) che dura in carica 4 (o 5) anni. Ogni Distretto Metropolitano elegge un Membro del Parlamento ogni 300.000 abitanti.

Altri 10 o 20 Membri del Parlamento possono essere nominati tra la coalizione vincente per dare stabilità ai Governi.

 

Lo Stato Centrale ha competenze esclusive in materia di Difesa, Giustizia  e Rapporti Internazionali che può delegare all’Unione Europea. Recepisce le direttive Europee e le trasforma in leggi Nazionali.

La Giustizia è ad ordinamento autonomo e amministrata con sedi territoriali in coincidenza dei Distretti.

 

Lo Stato Centrale emana direttive nazionali in materia di Cittadinanza, Sanità, Istruzione, Ambiente ed Energia, Tasse ed imposte di carattere generale (I.V.A., Imposte Dirette ecc).

Detta norme ai Distretti per quanto riguarda Porti Marittimi o su Bacini di Confine, Aeroporti, Strade Nazionali e Internazionali e per ogni materia che riguardi due o più distretti e sulla quale i distretti interessati non si mettano d’accordo.

 

Lo Stato Centrale riceve, su base annuale ed entro l’anno successivo, il  12,5% delle entrate lorde di ogni distretto.

Fino al rientro nei parametri europei (60% del PIL) ogni Distretto versa un ulteriore 2,5% delle entrate destinato ad abbattere il Debito Pubblico. (che divora,  ogni anno, 80/90  miliardi in interessi)

Lo Stato Centrale amministra per conto dei Distretti un fondo di solidarietà  tra i Distretti medesimi.

 

Manca ovviamente quasi tutto ma mi pare che la struttura, negli assi portanti possa essere sostanzialmente così.

Mettiamo al lavoro i Costituzionalisti ma teniamo fermo l’obiettivo che  resta quello di conquistare una macchina nuova che funzioni meglio da lasciare ai nostri figli.

 

Giugno 2010 gm

Caso  pratico di riflessione (approssimativamente):

 

La Provincia di Lecco ha oggi circa 325.000 abitanti può essere un buon esempio:

 

Ci sono in questa provincia 90 Comuni, 2 Comunità Montane, parte di 5 Parchi Regionali, 1 Prefettura.

 

Se fosse un solo Distretto :

 

 

La finanza locale (a livello di tassazione attuale, che ovviamente potrebbe in fretta scendere visti i risparmi indotti ) consisterebbe comunque di qualcosa che s’aggira (forse) attorno ai 8/10 miliardi di Euro già dedotte i soldi da destinare allo Stato Centrale e al fondo di solidarietà e assolvimento del debito.

 

Con somme come queste posso impostare dei seri ragionamenti sul territorio rispetto alla dislocazione delle aeree industriali, delle strade, dei trasporti, delle scuole, delle aree a verde, delle acque ecc.

 

 

 

Come ci si arriva?:  (Ipotizzando)

Si illustra, con chiarezza e a totale diffusione ai cittadini, quanti e quali possono essere i Distretti Territoriali e i Distretti Metropolitani

 

Si raccolgono firme (o si tiene un referendum) che siano almeno la maggioranza dei cittadini italiani, la metà + 1,  per decidere se siamo d’accordo sull’Italia dei Distretti.

 

Si chiede con una votazione a quale Distretto si vuole appartenere (se ci sono almeno due alternative).

 

Tempi della RIFORMA

Per quattro anni si sospende ogni tipo di elezione amministrativa o politica (risparmio circa 1 miliado di € che potrei spendere per informare bene della cosa).

Le amministrazioni e il governo attuali vengono gestiti insieme da parte di tutti i partiti presenti nelle amministrazioni e con il compito di censire il patrimonio complessivo degli enti a cui appartengono e nell’ottica di conferire tutto nei Distretti già individuati.

Al termine del periodo si tengono elezioni generali per eleggere i Parlamentari e i Presidenti dei Distretti.

Se la durata in carica dei Parlamentari e dei Presidenti di Distretto sono a tempi diversi (p.e. 4 anni i Parlamentari e 5 i Distretti) si hanno elezioni sfalsate e una coincidenza ogni 20 anni che potrebbe essere anche un momento di ripensamento generale rispetto all’efficienza della macchina amministrativa del Paese.

 

Quanti saranno i Distretti complessivamente?

Il numero degli abitanti d’Italia è al 31 Dicembre 2006 di : 59.131.287

 

Il numero dei Distretti Metropolitani è di 10.

10 sono le città italiane superiori a 300.000 abitanti (31-12-2006):

Pos

Comune

Residenti

Parlamentari circa

 

1

Roma

2.546.804

9

 

2

Milano

1.256.211

5

 

3

Napoli

1.004.500

4

 

4

Torino

865.263

3

 

5

Palermo

686.722

3

 

6

Genova

610.307

2/3

 

7

Bologna

371.217

2

 

8

Firenze

356.118

2

 

9

Bari

316.532

1

 

10

Catania

313.110

1

 

 

Totale

8.326.784

32/33

 

 

 

Il numero complessivo dei Distretti Territoriali può essere tra i 170 e i 190. Accordando il numero o alla superficie o agli abitanti.

Il complesso dei Parlamentari può essere tra 220 e 250 complessivamente.

Difficile da pensare?  perché non provarci? Ci vogliono anni per farlo? E allora cosa aspettiamo a partire?

 

In Italia i cittadini sono esausti per l’inefficienza della  Pubblica Amministrazione. Chi governa cerca di volta in volta di porvi rimedio e fin qui con scarsi risultati.

 

La mia idea è che non sia possibile fare più nulla di meglio. Quando una macchina è arrivata al suo limite, che piaccia o no, se si vuole viaggiare è ora di cambiarla.

La macchina in questione è ovviamente la Stato Italiano declinato in tutti i tipi possibili di Amministrazioni Regionali e locali.

Mi sembra possibile concordare sul fatto che la maggioranza dei cittadini italiani si spostino tutti i giorni su un territorio ben più vasto del Comune di appartenenza e abbiano necessità di risposte ben più rapide di quelle che la Pubblica Amministrazione sia oggi in grado di fornire. Ancora è difficile in Italia sapere a priori a quale Ente sia necessario rivolgersi per trovare le competenze e individuare chi abbia la responsabilità di fornirci la risposta.

Nel mio territorio, per esempio, per costruire un capannone industriale in una zona prevista, devo passare da Comune, Comunità Montana,  un Parco Regionale,  Provincia e qualche volta anche dalla Regione. Tralasciamo poi la trafila delle autorizzazioni varie rilasciate da ASL, Vigili del Fuoco, Camera di Commercio, Tribunale ecc.

 

Voglio dire che si potrebbe raccordare la struttura di questo Stato al vivere di oggi, e non obbligarci, per dialogare con lo stato, a seguire sentieri e percorsi validi forse fino a cento anni fa.

 

Eppure se abbiamo il coraggio di immaginare un Paese Possibile in cui sia più facile vivere,  quelle elencate potrebbero essere le semplici(anche se enormi) richieste che noi tutti potremmo avanzare (ed eventualmente impegnarci a realizzare) per rendere un po’ meno costosa la Cosa Pubblica e per rendere la nostra vita un po’ più semplice.

 

Non ho pretese di costituzionalista, non so come ci si arriva,  propongo un obiettivo.

 

Se è un sogno “impossibile” lasciatemi sognare - per le prossime generazioni -  un Paese nuovo.

 

 

Graziano Morganti

 

graziano.morganti@gmail.com